Giornata performativa per la “Pace globale” luglio
per una performance di pace delle spiritualità a cura di Gianni Nappa
Galleria Principe di Napoli
18 luglio 2017 ore 9/20
Loredana Iafrate ore 10,00/11,00
Qi Gong in comunità – dimensione di pace
Ina Ripari e Rita Esposito (Italia) ore 11,00/12,00
“La performance rappresenta l’incontro sinergico fra le personali ricerche di due artiste che ormai da tempo si propongono sul panorama dell’arte contemporanea declinando le diverse sfaccettature dell’animo femminile ciascuna con un linguaggio individuale e ben caratterizzato.
Ina Ripari (Misilmeri, 1959) è artista figurativa e performer che da pessimista concettuale si è trasformata nel tempo in una voce critica che usa la sua arte per gridare rabbia e disappunto dinnanzi ad una società indifferente e crudele. Usa la materia, il colore, lo stesso suo corpo, in una totale libertà di azione, come armi di difesa ed offesa contro i malesseri della società.
Rita Esposito (Napoli, 1968) è architetto artista che predilige la pittura come linguaggio preferenziale per l’espressione delle sue intime riflessioni; per ciò che attiene al mondo della manifestazione del femminile ha condotto ricerche, attraverso l’uso dei propri mezzi espressivi, attraversando i campi del dolore e della sofferenza, recuperando la forza ed il coraggio delle guerriere archetipe, per giungere alla riscoperta della sacralità universale del Femminino. Nel 2014 le due artiste si incontrano allo IAC ( Incontro Artisti Contemporanei) di Napoli e da allora a legarle è un forte sentimento di stima reciproca per i personali percorsi artistici che procedono paralleli come binari per uno stesso treno. Infatti è potente legante, per il loro rapporto, il riconoscere un alto valore etico e una funzione incisiva e rivelatrice all’operato artistico. Nel corso della loro attività entrambe hanno dedicato un capitolo importante della propria ricerca alla figura mitologica di Medea, che è stata interpretata dalle due donne secondo visuali e prospettive diverse, talvolta antitetiche.
La Medea della Ripari è una Medea oscura che riconosce il proprio peccato e il proprio dolore e che fa della materia nera, densa come pece, un percorso di espiazione e forse di liberazione. La Medea della Esposito è ribaltamento del mito, a favore di un candore innato e che grazie ad un processo di lenta smaterializzazione del colore approda alla riscoperta della sacralità insita nella Donna: MeDea= la Dea che è in Me. La performance partendo dalle opere rappresentative dei due percorsi, mira alla ricerca della conoscenza e dell’armonia delle molteplici facce del Femminile di cui le due artiste sono interpreti. Lo spettatore, dopo aver percorso un labirinto lungo il quale si imbatte nelle opere pittoriche e scultoree delle due artiste, giungerà dinnanzi ad un campo quadrato, area vitale di un incontro/scontro fatto di movimento di corpi, materia, suoni, voci, ma soprattutto campo di interazione di stati emozionali per il riconoscimento della diversità dell’altra in un tentativo di raggiungimento di un’unità che è umana oltre che artistica.”
Sachjot KaurNotturno Antonella (Italia) ore 17,30 – 19
Campane e gong tibetani
l suono dell’anima con Sachjot Kaur. Bagno armonico con Gong e campane tibetane. Il Gong è lo strumento principe nella creazione di suoni terapeutici, uno dei più antichi creati dall’uomo, usato da migliaia d’anni, inizialmente veniva utilizzato dagli sciamani per i loro viaggi e direttamente per le guarigioni. Si parla di “Bagno”, perché si ha la sensazione di essere immersi in un’oceano vibrazionale di suoni che danno benessere e pace.
Durante un Bagno di Gong, per effetto del Principio di Risonanza, si armonizza e ripristina la naturale frequenza degli organi interni del corpo umano. Vengono infatti stimolati e riattivati i tutti centri energetici sottili che sono ad essi collegati mantendoli in vita. La prima sensazione che si prova è calma, espansione e benessere profondo. Grazie ad alcune particolari frequenze si stimola l’integrazione emisferica e la produzione di onde cerebrali alfa, theta che permettono di accedere a livelli mentali profondi e attivano processi di auto-guarigione.
Il suono del Gong diventa onda portatrice di coscienza portando con se informazioni energetiche rigeneranti e sincronizzanti per l’intero corpo-mente. Inducendo ad uno stato meditativo profondo possono emergere intuizioni e nuove soluzioni creative. Vengono inoltre sciolti blocchi energetici e tensioni grazie all’ influsso di “suoni vivi”. Si ha un massaggio molto profondo, a livello cellulare, con conseguente armonizzazione del sistema endocrino e immunitario.
lo riceverai comodamente distesa su un morbido tappetino… se vuoi porta con te una coperta.
Gino Sansone (Italia) Agnese Viviana Perrella (Italia) ore 19/20
Gino Sansone (Ramanuja acharya dass), insegnante diplomato di The Yoga Vedanta Forest Academy, India; fondatore e coordinatore della Scuola di Yoga Integrale in Italia dal 1986; maestro di meditazione della Sri Vaisnava, docente dell’Accademia Italiana Operatori del Benessere; esperto di alimentazione naturale (ayurvedica, macrobiotica, mediterranea), bio-chef vegetariano dal 1982.
performance: semi in azione
“Laboratorio di Teatro Yogico Sciamanico” e “Il Corpo Creativo” presentano “Semi-In-Azione-Se il seme non muore, non dà frutto”, dagli “Inni Orfici” di Orpheo, regia e installazione scenografica Gino Sansone, coreografie di Agnese Viviana Perrella. In scena Agnese Viviana Perrella e Gino Sansone, suoni dal vivo Gino Sansone, luci Dino Farese, foto di scena Paolo Vitale. Dopo incerto sonno invernale trascorso con inconsuete caratteristiche climatiche, il rito di rinascita della Natura con cui si aprirà la stagione primaverile vuol essere inteso ancor più propiziamente, in previsione di una stagione fertile e riccamente fiorita, grazie alla danza di Agnese Perrella e l’eco profonda del tamburo sciamanico di Gino Sansone. Fiori e frutti ne seguiranno e maggiore sarà l’unione delle energie concertanti, migliore la prospettiva e la maturazione, quale provvido risultato dei Semi-In-Azione. Con molto amore e perseveranza il Teatro Yogico-Sciamanico e il Corpo Creativo invitano a partecipare all’evento propiziatorio, secondo atto scenico sulla ruota dell’anno, preposto per il bene dell’umanità tutta. Nel corso di questo secondo atto rituale, si agirà in sincronia con il gioco degli equinozi, per rivolgere in tutte le direzioni, il germoglio di un pensiero amorevole dedicato a tutti gli esseri viventi, con l’auspicio e la certezza che un atteggiamento pacifico possa essere di beneficio e d’aiuto per migliorare le vaghe e inquiete sorti dell’umanità.
Agnese Viviana Perrella
Nata a Napoli nel 1984. Vive e lavora in Italia e in Francia.
Laureata in Architettura e diplomata in danza contemporanea, principalmente tecnica Cunningham e release, approfondisce la sua ricerca attraverso tecniche di improvvisazione e composizione coreografica. Segue numerosi seminari in particolare con Masaki Iwana, Raffaella Giordano, Teatro Valdoca, Teri Weikel e molti altri. Sperimenta nuovi linguaggi fotografia/architettura/teatro/danza per i suoi lavori di ricerca e creazione. Attualmente lavora per la regia di R.De Simone nella Turandot come figurante presso il Teatro San Carlo di Napoli. Recentemente ha lavorato con l’Associazione Cantine1901 di Marsiglia per spettacolo di teatro danza sulle favole de Lo Cunto de li cunti di G.Basile. Dal 2008 danza per numerose coreografie di Gabriella Stazio, Sonia di Gennaro, Anna Redi e altri partecipando a importanti festival in Italia e all’estero.
Fabio Biodpi Della Ratta & Sanyang (Italia – Africa) Street art – ore 14,30/19
Sanyang è il nome del mio villaggio, è il nome della mia famiglia, Sanyang è il mio nome. Lis veniva da lontano, l’ho presa per mano per farle conoscere il mio mondo, era il mio dovere, era un lavoro, grazie a Dio ho conosciuto l’amore. Una coppia è una pianta di cui prendersi cura. Correre è camminare sapendo che non hai tempo per riposare, correre è una prova di forza che si vince senza contare i secondi. Ho attraversato il Senegal, il Mali, il Burkina Faso, il Niger e poi la Libia, per avvicinarmi a lei. Quella notte avevo lo sguardo perso, immaginavo Lis, non mi accorsi delle stelle, né del mare, dei pianti dei bambini, dell’odore di vomito, del freddo e dell’alba. Dovevo mettere piede a terra e lo misi a Lampedusa. Ringrazio l’Italia che mi ha accolto e Dio che mi ha salvato dal mare. Cinque volte venne a trovarmi, mi sembrava di avere tutto vedendo il suo sorriso sempre più bello. Passavo da un Centro di accoglienza all’altro. Lis e tanti bambini, sei mesi in Gemania, sei mesi in Gambia, questo era il mio desiderio. Una storia d’amore, un amore pulito, non landestino. La mia famiglia non aveva mai chiesto un mio certificato di nascita e questo per chi non è cresciuto in un villaggio suona molto strano. Nel mio villaggio, il villaggio di Sanyang, tante persone hanno lo stesso nome e questo può creare confusione in un Paese dove in pochi si chiamano Berlino o Roma o Bruxelles.
Un fiore cresce, cresce anche sul cemento, si apre, ma poi soffre, senza sole, senza acqua. Lei aveva lasciato il suo lavoro, per venire a vivere con me, per seguire i nostri progetti, ma così, senza sapere quando accadranno le cose, chiusi in un sistema fatto di carte e di denaro, ci sentiamo precari. Fiori precari. Fiamme che diventano fioche. Ancora otto mesi, vivo nell’ennesimo Centro d’accoglienza, mi dispiace, per alcuni potrei sembrare un problema, per altri semplicemente un immigrato. Sono un innamorato a cui i confini cercano di negare il diritto di amare. Lis è il mio unico amore.