Maria Francesca Ocone

14 luglio 2017  Palazzo Real Monte Manso di Scala – via Nilo, 34 Napoli inaugurazione festival performance

Opening Nina open space  video installazione MATERNO INFANTILE di Maria Francesca Ocone.

http://www.matriarchiviomediterraneo.org/maria-francesca-ocone/

Maria Francesca Ocone, raccoglie e documenta storie, conduce laboratori nelle scuole con differenti tecniche narrative. Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli e alla LUA (Libera Università dell’Autobiografia) diventando Cultrice in autobiografia e Biografa di comunità; è diplomata in giornalismo biografico. Realizza installazioni con diverse modalità espressive.

Materno infantile

I passi stentati della madre bambina, della madre pietrificata, l’impotenza della madre confusa. Cuore di madre, testa di madre, mani, piedi. L’impossibilità, le rabbie, gli abbandoni, il perdono. Forse. La vita è le narrazioni che ne facciamo.

Il progetto Materno infantile è una ricerca – personale e collettiva – sul vissuto del materno. Il nome è quello dei reparti di ospedali e ASL in cui ci si prende cura delle donne e dei bambini. Equipe di medici, psicologi, assistenti sociali, figure specialistiche accompagnano le donne e i loro figli in questo momento della loro vita. La parola cura viene declinata in modo impreciso eppure precisissimo. Dietro ad essa si nasconde una ambiguità, una bugia. In questa istallazione il sentimento del materno – la riposta culturale e sociale alla domanda della specie è indagato in una successione di stanze. Un viaggio a raccontare con lente d’ingrandimento – a fare svelamento – a liberare le donne dalla prigionia di sè stesse ed invitarle a concepire pensieri di materni adulti.

La narrazione dell’istallazione è costruita da uno spazio rituale e ripetitivo – loop dell’espressione di corpi all’interno della loro danza sociale. In essa la necessità di fare relazione, commercio; di scambiare conoscenze e sentimento, di affermare che è possibile un viaggio femminile collettivo, come un improvviso cedimento, un piccolo affidamento, nelle parole e negli sguardi delle altre donne.

Il problema femminile è di per sé mezzo e fine dei mutamenti sostanziali dell’umanità. Esso non ha bisogno di futuro. Non fa distinzioni di proletariato, borghesia, tribù, clan, razza, età, cultura. Non viene né dall’alto né dal basso, né dall’élite né dalla base. Non va né diretto né organizzato, né diffuso né propagandato. È una parola nuova che un soggetto nuovo pronuncia e affida all’istante medesimo la sua diffusione. Agire diventa semplice e elementare.

Carla Lonzi – Sputiamo su Hegel

Giorgia Di Lorenzo- perfomer
Maria Grazia Comunale- voce recitante
Fiammetta Marulli -progetto ingegneristico e multimediale
Sanka production- produzione audio/video
Valentina Leone – grafica e foto

 

mfocone1@libero.it

iraccontilevite.it